Associazione Onlus a tutela del Trabucco Storico Garganico
Dal 11 Settembre al 25 Maggio, per visite, esperienze di pesca e altre attività contattare:
From 11 September to the 25th of May for visits, fishing experiences or any other activity, please contatc:
Il Trabucco Garganico, la passione che ci unisce.
Il Trabucco Garganico, la passione che ci unisce.
La nostra associazione Onlus è stata ufficialmente costituita il 21 Novembre 2012 a Vieste.
I soci costituenti furono, per la maggior parte, gli stessi anziani Trabuccolanti (ultimi mastri costruttori ancora
capaci di costruire e far pescare un Trabucco tradizionale garganico) insieme ai tanti appassionati di trabucchi che, stanchi di vedere lentamente deperire un presidio storico culturale tanto importante per la nostra area geografica,
hanno deciso di mettersi materialmente in gioco per arrivare al ripristino totale di tutti i trabucchi ancora esistenti nel Gargano e alla ricostruzione di quelli ormai scomparsi da tempo.
Tutti noi soci, viviamo
la necessità di una piena rinascita di tutti i nostri Trabucchi come un vero e proprio obbligo di civiltà.
Scendendo dall'Adriatico, lo sguardo del viaggiatore viene rapito da strane architetture in legno, dalle cui antenne lanciate verso il mare penzolano reti di incredibili dimensioni. Spostando appena lo sguardo poi, il più delle volte
vi si scorgono alle spalle antiche torri saracene.
Nato in tempi lontani e dall'esigenza di fronteggiare il mare tenendo i piedi ben piantati per terra, il Trabucco acquista oggi il ruolo di testimonianza storica e
culturale del mirabile ingegno umano proteso verso un mare amico e generoso ma, al tempo stesso, impietoso e distruttivo.
Questi unici e rudimentali strumenti di pesca, costruiti con tecniche complesse da uomini semplici,
oggi sembrano voler cantare l'atavica poesia di un tempo ormai lontanissimo, popolato da gente dall'animo vergine, come vergini e intatti erano la natura e l'ambiente.
A saperlo ascoltare, il trabucco ci parla della
favola antica della perenne lotta tra il fiero, rude e paziente marinaio garganico contro il suo antagonista di sempre, l'amato e temuto "Gigante Mare".
L'Associazione Onlus "La Rinascita dei Trabucchi Storici" nasce
e opera con l'intento di recuperare, restaurare e ricostruire i "Trabucchi storici del Gargano" perchè vengano tramandati alle generazioni future.
Un Trabucco tradizionale garganico ha lunghe antenne in bilico calcolato sul mare, grandi reti che impressionano nella loro estensione, simmetrie di cavi e funi per farle pescare e uomini di mare di grande esperienza che si curano
dei suoi complessi equilibri.
Va da se, quindi, che quello del saperlo costruire, manutenere e farlo pescare è un mestiere che presuppone delle conoscenze tecniche di alto livello.
Come già scritto nella
pagina dedicata alla storia del Trabucco garganico, in un'era ormai passata nella quale un trabucco soleva pescare quintali di pesce in un solo giorno, i 'Trabuccolanti', in quanto tenutari di maestrie uniche e preziose, erano
considerati uomini di grande rispetto.
Il senso di stima che generavano nelle società dell'epoca può essere paragonato all'ammirazione che oggi si può provare nei confronti di un grande architetto, o di un rinomato
ingegnere. Erano custodi gelosi della loro sapienza e la trasmettevano in maniera rigorosamente lineare, permettendone l'accesso ai soli (ovviamente, considerata l'epoca) figli maschi.
I nomi (e soprannomi) di alcuni di loro, oramai purtroppo scomparsi, come Francesco Aliota (Galejotte),
Michele Caputo (u Beccuse), Battista Ottaviano (Battestòne), Michele De Toma (Zè Vulepècchje), Giulio Troiano (u Maggióre), Matteo Fasanella (Cucchjàre), etc. , evocano ancora oggi, nelle parole degli anziani che li ricordano,
quel rispetto referenziale che è dovuto agli uomini di grande perizia e valore.
Gli ultimi Trabuccolanti garganici, per i motivi di cui abbiamo già scritto sempre su questo sito, sono purtroppo invecchiati senza aver
avuto l'occasione di tramandare l'enorme tesoro di conoscenze che detenevano alla generazione che è seguita.
Per cambiare tutto questo esiste la nostra associazione e ogni supporto alla nostra causa sarà più che apprezzato.
Nell'era d'oro dei trabucchi, ovvero quella fino alla metà degli anni cinquanta del novecento, quando quello della pesca era ancora un mestiere altamente redditizio, i mastri costruttori di trabucchi erano ammirati e tenuti in grande
considerazione da tutte le popolazioni garganiche, proprio perchè considerati tenutari di maestrie e conoscenze esclusive e molto preziose.
Le risorse ittiche dei nostri mari fino a quel periodo erano abbondanti e un
Trabucco era un'azienda lucrosa, capace di dar da mangiare a più famiglie grazie alle ottime pescate che vi si facevano.
Potersi permettere di pagare la costruzione (e i costruttori) di un trabucco non era da tutti
e i mastri costruttori, pienamente consapevoli del valore delle loro raffinate competenze, non erano soliti fare sconti a chicchessia.
A metà del novecento però, la nuova pesca industriale operata da intere flotte dai moderni pescherecci
ha fortemente depauperato l'adriatico e i trabucchi, perchè ancorati alla costa e quindi impossibilitati alla più redditizia pesca d'altura, hanno smesso di essere produttivi e, dopo un lento ma inesorabile abbandono, solo qualcuno
(dei trentasei presenti sulle coste viestane) è sopravvissuto fino ad oggi.
Oggi come allora, però, quello di saper costruire, manutenere e far pescare un trabucco garganico è un mestiere altamente profilato e specifico,
che presuppone una manualità (tramandata fra generazioni e spesso imparata fin da piccoli) e delle conoscenze tecniche di alto livello che non possono essere improvvisate o sostituite da conoscenze, per quanto professionali, di
semplice carpenteria o falegnameria.
Nel lontano 1964, nel rinomato MoMA (Museo di Arte Moderna) di New York , Bernard Rudofsky allestì una mostra fotografica intitolata "Primitive Architecture".
Fra le immagini esposte - oltre al sito neolitico di Stonehenge
in inghilterra, alle particolarissime costruzioni in mattoni di argilla delle popolazioni berbere del Marocco e a tante altre testimonianze di "architettura vernacolare" raccolte con scrupolo in giro per il mondo dall'architetto
visionario austriaco - figuravano, affiancate l'una all'altra, una fotografia del Trabucco di Punta della Torre in Vieste e una di una struttura di pesca tradizionale costruita interamente in bamboo e situata sul fiume Wagenya
in Congo.
Fu forse la prima volta che la complessa architettura dei nostri trabucchi suscitò interesse e curiosità
a livello internazionale.
Da allora in poi, a più riprese nei decenni fino ai giorni nostri, queste tanto affascinanti macchine da pesca non smisero mai di essere citate in articoli, riviste di viaggi, reportage televisivi,
tesi di laurea in ingegneria e architettura, etc.
Tornando per un attimo al tema della mostra fotografica del MoMA nel 64, c'è da sottolineare che, con l'accezione "primitiva", Rudofsky sicuramente non intendeva un
tipo di architettura rozza, elementare, semplice.
La pesca 'a Trabucco' è la metodologia di pesca per la quale il trabucco garganico stesso esiste, ovvero quella praticata attraverso una grande rete a forma di sacco calata a mare tramite la forza lavoro dei 'ciucci' (i due argani situati sul ponte).
Le antenne del trabucco, proiettate per almeno 40 metri verso il mare, fungono da leve passive nel ripetuto sollevarsi e abbassarsi della grande rete durante le molteplici 'virate' (battute di pesca) di un'intera giornata
di operazioni su un Trabucco.
La rete ha dimensioni irregolari, mai uguali per ogni trabucco, perchè per ognuno la si realizza in
modo che vesta perfettamente e specificatamente quel particolare Trabucco.
Per sommi capi però, si può affermare che una rete standard misura circa 31 metri sul lato esterno, 27 metri sui laterali e 24 metri sul lato
di terra.
Cucita in cotone in passato, fin dagli anni cinquanta viene realizzata in nylon ed è composta da un mosaico di più pezzi di rete.
La larghezza delle maglie si riduce progressivamente dalle fasce
alte del sacco fino a, nel fondo di questo, risultare strettissima.